Stamattina è tornato un meraviglioso sole a scaldarci la giornata.
E’ inutile quando c’è il sole ogni cosa viene vista con un’ottica diversa....tutto sembra più bello....
Vi ho detto un milione di volte che amo cucinare, ormai l’avrete capito, mi piacciono un sacco i dolci prepararli e ancor più mangiarli, ma allo stesso modo amo il pane, i lievitati in genere. Sono sempre alla ricerca della ricetta migliore che dia risultati il più possibile vicini a quelli del pane che si compra. Amo l’odore che si sprigiona dal forno e pervade tutta la casa mentre il pane cuoce, è bellissimo vedere il risultato di semplice farina e acqua mescolati e poi appena sfornato vogliamo parlare della croccantezza della crosta...
La ricetta è molto veloce (solo due ore) infatti non è stata usata la biga (come si dovrebbe fare per prepararlo a regola d’arte....la prossima volta proverò così) ma si è usato un impasto col metodo diretto, cioè con un solo impasto di tutti gli ingredienti.
PANE DI PASTA DURA TIPO CARAVANINI
INGREDIENTI:
Per 4 Caravanini da circa 2 hg
- 300 g di acqua a temperatura ambiente
- 10-12 g di Sale
- 30 g di Olio Extra Vergine
- 550 g di Farina 0
- 25g di Lievito di Birra (o 9 g di lievito secco)
Iniziamo il procedimento nell’impastatrice sciogliendo il sale nell’acqua, aggiungiamo l’olio extravergine d’oliva e metà della farina, quando si è amalgamata agli altri ingredienti aggiungere il lievito. Quindi aggiungiamo poco a poco tutta la restante farina sempre continuando ad impastare con la macchina. Nei panifici per raffinare la pasta utilizzano uno strumento chiamato cilindro elettrico, in casa per ottenere lo stesso risultato lasciamo lavorare l’impastatrice per almeno 15 minuti. Non appena l’impasto è pronto, non bisogna lasciarlo lievitare ma si lavora immediatamente.
Ora bisogna col matterello simulare quello che nel panificio viene fatto con la chifferatrice. Prendiamo un pezzo e col matterello lo stendiamo in modo da avere una striscia lunga spessa mezzo cm, e poi la arrotoliamo su se stessa spingendo per bene per rendere il rotolo bello stretto.
Una volta formati i quattro caravanini, copriamo la pasta lasciandola sulla spianatoia e la lasciamo lievitare per 45 minuti (in inverno anche 55). Prendiamo i panini molto delicatamente ponendoli su una teglia da forno con carta forno e con una lametta da rasoio fare un taglio netto e piuttosto profondo sul panino per il lungo.
A questo punto infornarli subito se prendono aria non si aprono bene nel forno.
Cuocere in forno caldo a 180° - 200° C per 45-50 minuti.
Il pane è uno degli alimenti più diffusi e consumati, in Italia come nel mondo, ma è anche uno degli alimenti dei quali esistono più varianti, negli ingredienti come nella loro quantità, dalla preparazione alla forma.
Le prime tracce della preparazione di un alimento simile al pane risalgono addirittura alla preistoria, quando l’uomo scoprì che poteva cuocere un impasto di polvere di ghiande schiacciate con acqua su delle lastre roventi, ottenendo un prodotto duro ma nutriente, simile ad una focaccia. In seguito, la farina ottenuta dai cereali macinati come l’orzo e il farro, sostituì con successo la polvere di ghiande. Il primato della pratica della lievitazione, quindi, è attribuita ai babilonesi, poi perfezionata dagli egizi che idearono anche i primi strumenti per la panificazione. I greci aggiunsero poi altri ingredienti all’impasto di farina ed acqua ed istituirono i primi forni pubblici, mentre i romani raffinarono la ricetta e la resero popolare. Nel Medioevo, il frumento divenne un lusso così che il popolo doveva accontentarsi di preparare il pane con l’orzo o con la segale, mentre il Rinascimento ne rinnovò la popolarità, introducendo anche il lievito di birra e le farine di alta qualità. La nuova svolta, nella preparazione del pane, avvenne negli ultimi anni del XVIII secolo con l’invenzione delle impastatrici meccaniche e la produzione dei lieviti artificiali.(qui)
Con il termine "a pasta dura" si intende una speciale tipologia di pane nel cui impasto si utilizza una quantità di acqua attorno al 35-45% del peso della farina. E' tipico del Nord Italia e lo si trova in pezzature grandi e piccole come la treccia, le spole, i caravanini, la biova, il baule, la ciopa ferrarese, i montasù… Anche in Sicilia (nella zona degli Iblei) si parla di pane di pasta dura ma in questo caso è un particolare tipo di pane casereccio realizzato con semola di grano duro e caratterizzato da un’alveolatura fitta e minuta, l’area elettiva per la produzione del pane a pasta dura è quella iblea, ma altri siti sono localizzati anche nel Nisseno, nell’Agrigentino e nell’area catanese.(qui)
Buon appetito!
Con questa ricetta partecipo al contest “Mani in pasta – I Pani della Tradizione” del blog “Cultura del frumento”: